La tradizionale ricostruzione della storia egizia ha una forte impronta “dall’alto verso il basso”. Questo aspetto dipende fortemente dalle fonti scritte le quali raccontano la storia soprattutto dal punto di vista delle élites.
Due principali elementi hanno impedito un pieno sviluppo della storia sociale egiziana: la mancanza – o la difficoltà di analisi – di prove materiali attribuibili ad uno strato più basso della popolazione e la preponderanza di alcune tipologie di fonti, come le fonti scritte ad esempio, intimamente legate alla parte più alta della società. La storia sociale rischia dunque di sprofondare nell’auto-ripetizione: la continua (ri)produzione della storia dei ricchi.
Nonostante questo vicolo cieco e il conseguente isolamento disciplinare dell’Egittologia, l’antico Egitto offre il potenziale ideale per ricostruire una solida storia sociale, grazie alla grande varietà di fonti di varia origine (comprese fonti visive e scritte), per la sua abbondanza di materiali (organico e inorganico) e per la sua importanza nella più ampia archeologia interregionale. Sebbene i manufatti non trasmettano direttamente informazioni su una società, rimangono una delle chiavi per interpretare le relazioni sociali, poiché incapsulano tracce di molteplici attività umane.
Il progetto è diviso in due filoni principali: una dimensione archeologica multidisciplinare e una archeometrica.
Verranno presi in analisi solo manufatti provenienti da contesti chiusi che presentano dunque, il maggior potenziale comparativo per risultati archeometrici su diversi livelli: valutazione comparativa dei risultati di un oggetto, di oggetti diversi in un gruppo e tra gruppi.
Ogni manufatto può essere considerato come un unicum, ma il suo significato sociale e storico più ampio può essere valutato solo in confronto ad altri oggetti, in assemblaggi per tipo (moderna tipologia analitica) o per gruppo di ricerca (contesto archeologico chiuso).
Contemporaneamente, verranno condotte analisi di laboratorio per un’identificazione più dettagliata dei materiali e delle tecniche di produzione e utilizzo. L’obiettivo è integrare l’interpretazione archeometrica dei risultati con l’attuale ricerca egittologica.
Il progetto ha dunque molteplici obbiettivi. Attraverso l’unione dei risultati delle analisi archeometriche e lo studio archeologico dei contesti sarà possibile, in primo luogo, ampliare le conoscenze sui singoli manufatti in studio, come ad esempio, identificare i materiali che li compongono e proporre una provenienza.
In secondo luogo, la sintesi dei risultati delle analisi archeometriche e degli studi archeologici e storici condotti sugli oggetti e sui gruppi di oggetti in analisi avranno come obbiettivo quello di collocare i manufatti in studio nel loro contesto sociale. Ad esempio, l’individuazione delle tecniche di produzione e delle tracce d’uso unite alle informazioni desumibili dai contesti archeologici e dalle fonti storiche verranno usate per ipotizzare la “chaine operatoire” che ha portato alla realizzazione dei manufatti, se hanno avuto più usi nel corso della loro “vita” e quali possibili motivazioni li hanno portati ad essere deposti in quel preciso luogo.