La necropoli dell’antica Tebe, sulla riva occidentale del Nilo di fronte a Luxor, è uno dei siti meglio noti e più visitati dell’Egitto. Dalle sue tombe provengono molti degli oggetti che oggi ammiriamo nei musei di tutto il mondo. Proprio qui è situata la concessione di scavo dell’Università di Pisa a Tebe ovest (Luxor).
La concessione comprende al momento alcune tombe rupestri portate alla luce nel corso degli anni dalla missione stessa. L’area è situata più precisamente nell’area di Dra Abu el-Naga, una delle più antiche e meno note della necropoli tebana, occupata dalla fine del III millennio a.C. e sede del cimitero reale prima che le tombe dei faraoni fossero trasferite nella Valle dei Re.
Le ricerche nell’area hanno avuto come primo oggetto di scavo e di studio, a partire dal 2003, una tomba rupestre dipinta, la Tomba Tebana 14 (TT 14), datata all’età ramesside (ca. 1250-1200 a.C.). Nell’ottobre 2004, ne è stata scoperta – e interamente scavata in più campagne successive – una più grande e antica (risalente probabilmente al 1500 a.C:), situata immediatamente a nord-ovest della TT 14 e denominata M.I.D.A.N.05 (dall’acronimo della missione). Intorno alla sua corte, si raccolse nel tempo un nucleo di altre cappelle rupestri funerarie: sul lato nord, due tombe, probabilmente contemporanee e appartenenti alla stessa famiglia proprietaria di M.I.D.A.N.05, scoperte nel 2010 ma ancora non scavate; sul lato sud, in ordine di tempo, la stessa TT 14, la piccola tomba E e un altro ipogeo ancora inesplorato. Nel 2014, è stata portata a termine l’indagine archeologica del pozzo funerario P3, dotato di tre camere funerarie e situato nella stessa corte, quindi molto probabilmente in relazione con M.I.D.A.N.05.
Tutte le strutture hanno avuto molteplici riusi nel tempo: nel caso di M.I.D.A.N.05, l’occupazione si estese fino all’età romana.
TT14
Alla fine del lungo regno di Ramses II (1279-1213 a.C.), il sacerdote Huy, addetto al culto del re divinizzato Amenofi I, scavò per sé e per la famiglia un piccolo ipogeo sul lato sud della corte di M.I.D.A.N.05. Da questa tomba, nota come Tomba Tebana 14, iniziò la nostra esplorazione archeologica dell’area nel 2003.
La tomba è costituita da una piccola cappella, interamente dipinta su pareti e soffitto, e da un settore funerario che si addentra nel sottosuolo attraverso gallerie e piccoli ambienti scavati nella roccia e privi di decorazione. Le scene della cappella illustrano momenti delle attività svolte da Huy nella sua funzione di sacerdote – di particolare interesse per lo studio del culto di Amenofi I – insieme a temi più tradizionali come il banchetto funerario, il funerale e il giudizio dinanzi al tribunale divino.
L’indagine archeologica del settore funerario, pressoché completata, ha messo in luce la sequenza delle fasi di uso e riuso dell’ipogeo tra la fine del II e gli inizi del I millennio a.C. Alcuni dei rinvenimenti hanno fornito testimonianze assai interessanti dei culti legati alla fertilità e alla rinascita.
M.I.D.A.N.05
La tomba fu scavata nella roccia agli inizi del Nuovo Regno, probabilmente intorno al 1500 a.C., e in seguito ampliata e modificata. La pianta originale, uno dei primissimi esempi di tomba tebana a T, presentava una finestra a destra della porta d’ingresso. Si tratta di un elemento molto raro, condiviso dalle due tombe scoperte nel 2010 sul lato nord della corte. Nella fase di ampliamento della tomba, nella prima metà della XVIII dinastia, la finestra fu murata, la facciata scolpita con testi e figure e gli ambienti interni intonacati e dipinti. Solo pochissimi resti di queste pitture sono oggi preservati: la coppia di coniugi con i figli nel banchetto funerario, una scena di metallurgia e oreficeria e frammenti di motivi geometrici sui soffitti.
A differenza della TT 14, l’accesso al settore funerario avveniva qui tramite un pozzo verticale. Il più antico, profondo 4,50 m, è situato all’interno della tomba e presenta quattro camere sul fondo. In una di queste sono stati rinvenuti numerosi frammenti di uno o due sarcofagi detti rishi (“piumati”), tipologia diffusa nel XVI sec. a.C. Probabilmente anche il pozzo P3, rinvenuto all’esterno, dinanzi al lato sud della facciata, fu utilizzato da successivi occupanti della tomba tra la fine della XVIII e la XIX dinastia. Scavato nel corso della missione 2014, le sue camere hanno fornito numerosi frammenti dipinti di una tipologia rara e poco nota di sarcofagi lignei databili a quest’epoca.
Tutti gli ambienti funerari della tomba furono riutilizzati e saccheggiati più volte nella sua lunga storia: solo pochi nomi sono sopravvissuti sui resti rinvenuti dei corredi funerari, mentre non è possibile oggi conoscere, né dai pochi geroglifici preservati nelle scene dipinte né dai frammenti scolpiti della facciata, i nomi dei suoi proprietari.
Sia TT 14 che M.I.D.A.N.05 sono state interamente documentate, sia con disegni e fotografie ad altissima risoluzione che tramite ricostruzioni di modelli virtuali, eseguiti sulla base delle scansioni laser 3D e caratterizzati da rese scientifiche molto realistiche degli ambienti e di alcuni degli oggetti in essi rinvenuti.